Zanardi alla 24 Ore di Daytona: come si prepara

Alex Zanardi a Daytona per la 24 Ore. Questa l’ultima impresa sportiva dell’atleta paralimpico che gareggerà senza protesi con il team BMW con cui collauda un acrobatico cambio pilota durante il pit stop.

Lo aveva preannunciato dopo il 5° posto colto a Misano con la BMW nel campionato Dtm. Alex Zanardi è pronto per il debutto nella 24 Ore di Daytona in programma il 28 febbraio e 1 marzo negli Stati Uniti.

Per il pilota bolognese si tratta del debutto sul celebre tracciato in Florida. Soprattutto è l’ultima impresa che si accinge a compiere l’atleta paralimpico (quattro ori e due argenti olimpici) che, analogamente a quanto fatto lo scorso settembre, gareggerà senza protesi.

Una scelta per essere più agile nei movimenti e che sarà replicata da Zanardi, nel frattempo diventato non solo pilota ufficiale ma anche ambasciatore della casa tedesca.

La BMW M8 GTE, con cui correrà, è stata ovviamente modificata per ovviare al suo noto handicap fisico e permettere di essere utilizzata dai colleghi muniti di gambe.

In questi giorni gli ingegneri stanno ultimando i preparativi per garantire la performance migliore in gara. In particolare, hanno fatto il giro del mondo, diventando virali, le immagini che documentano i test del cambio pilota tra Zanardi e i suoi colleghi.

Una sequenza studiata a tavolino

Come se fosse un ballo. Così il 52enne bolognese ha definito la procedura che si delinea durante i pit stop. Le mosse tra Zanardi, John Edwards, Jesse Krohn e Chaz Mostert sono state pianificate fino all’ultimo dettaglio. Il collaudo continuerà poi durante il weekend di gara.

“È una danza in cui l’importante è ottenere tutti i passaggi esattamente nel giusto ordine e nel tempo limitato che hai a disposizione – ha spiegato Zanardi – quindi non possiamo regalare un solo secondo. Naturalmente, dovevamo allineare alcune procedure con i miei requisiti speciali, e gli altri piloti devono fare un po’ di lavoro extra per me, ma sta andando molto bene ed è molto divertente”.

La sequenza mostra Zanardi che, dopo essersi liberato dalle cinture di sicurezza, salta fuori dalla vettura e con la sola forza delle braccia si solleva da terra per aiutare il compagno a sistemare la sua posizione di guida. Poi quando la procedura è completa, si tira fuori dalla vettura e torna a sedersi sulla sedia a rotelle. Il tutto avviene in meno di 20 secondi, in maniera tale da non subire svantaggi rispetto alla concorrenza.

“In particolare, il cambio del volante richiede un po’ di tempo – ha spiegato ancora Zanardi – ma sono molto veloce a entrare e uscire e posso recuperare lì”. Sulla vettura è stato installato un sistema che gli permette di accelerare tramite un anello sullo sterzo e di frenare utilizzando una leva con la mano. Al momento del cambio di guida, il volante verrà sostituito con uno tradizionale, con gli altri piloti che potranno utilizzare la classica pedaliera.

Nulla va lasciato intentato

Per strappare un buon risultato alla Daytona sarà dunque fondamentale la cura del pit stop. Di questo Zanardi ne è pienamente consapevole, in virtù della sua lunga esperienza nel mondo delle corse automobilistiche. Tuttavia non sarà la variante principali che determinerà le sorti della gara. Come dice il pilota emiliano: “Abbiamo sempre bisogno di assicurarci di non affrettare nulla, perché un errore durante il cambio pilota sarebbe un disastro. Abbiamo sempre bisogno di trovare il giusto equilibrio tra un potenziale risparmio di tempo e la massima cura durante il pit stop”.

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Cinture di sicurezza obbligatorie anche se si è in coda

L’obbligo delle cinture di sicurezza sussiste non solo durante la normale marcia del veicolo, ma anche durante le brevi soste quando si è in coda.

Le cinture sono uno dei più noti sistemi di sicurezza realizzato e montato all’interno delle automobili, utili in caso di urto.

Esse trattengono il corpo della persona che occupa il sedile, evitando che vada a scontrarsi con elementi interni alla vettura o che si proietti addirittura fuori dall’abitacolo, a causa di un forte impatto. Si tratta quindi di uno dei dispositivi di sicurezza più importanti nelle automobili.

Come ben sappiamo, il nostro Codice della Strada impone l’uso delle cinture di sicurezza, pena la sanzione. Si tratta di un dispositivo obbligatorio, in tutti i posti, sulle autovetture, le microcar, gli autocarri. L’art. 172 impone l’obbligo al conducente e ai passeggeri in qualsiasi situazione di marcia. Se il minore a bordo non indossa la cintura, ne è responsabile e ne risponde il conducente. Esistono dei casi di esclusione dall’obbligo per ragioni mediche, che però devono essere ovviamente esplicitamente certificate.

In caso di incidente, per la liquidazione del danno, se viene dimostrato che il mancato uso delle cinture ha contribuito a causare danno maggiore, allora il giudice ne tiene conto nella quantificazione dell’importo che spetta alla persona danneggiata nel sinistro.

L’obbligo di utilizzo delle cinture di sicurezza sussiste sia durante la marcia che nelle brevi soste quando ci si trova nel traffico. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un automobilista che è stato multato per il mancato uso delle cinture durante la guida. Lo stesso aveva dichiarato di essere in coda lungo la direttrice di marcia e di non indossare la cintura di sicurezza perché il veicolo si trovava in situazione di staticità.

Secondo il Tribunale, però, l’automobile non può assolutamente essere ritenuta in condizione statica anche se ferma nel traffico e quindi ha reso noto che le cinture di sicurezza devono essere obbligatoriamente utilizzate anche durante quelle brevi soste, se così le possiamo definire, che avvengono quando ci si trova nel bel mezzo di una coda di veicoli. Questo perché sussiste in ogni caso il rischio di tamponamento, nonostante il rallentamento di marcia. La Cassazione ha infine precisato che la condizione di stasi o di moto non può costituire oggetto di rivalutazione, ma può essere posta in discussione solo attraverso la querela di falso.

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Facebook e Instagram possono influenzare la scelta dell’auto

Osservare e riconoscere un modello di auto ‘postata’ su Facebook o su Internet, nelle immagini di amici, conoscenti o persone che sono ritenute dei trendsetter, può influenzare le scelte di chi sta per acquisarne una.

Osservare e riconoscere un modello di auto ‘postata’ su Facebook o su Internet, nelle immagini di amici, conoscenti o persone che sono ritenute dei trendsetter, può influenzare le scelte di chi sta per acquisarne una. E’ quanto risulta da una ricerca svolta in Gran Bretagna da Admiral Car Finance, azienda specializzata in prestiti per comprare beni di diverso tipo, tra cui moto e autovetture. I social media non sono più – si legge nel report di Adimiral – solo il luogo virtuale dove mettere in mostra i propri selfie o le immagini di piatti elaborati. In ambito automotive ciò che un Millennials (quelli nati tra i 1980 e il 2000) vede su Facebook può influenzare la scelta dell’auto nel 22% dei casi e nel 16% se il social è Instagram.

Nel complesso, dunque, il 38% degli intervistati da Admiral ha ammesso di sentire la ‘pressione’ di ciò che si vede nei post dei social, una quota che è superiore al potere che viene esercitato sulla scelta dal problema del budget (30%) o, ancora, dall’influenza diretta degli amici e colleghi con cui ci si confronta di persona sul tema dell’auto (22%). Facebook e Instagram hanno una minore presa sugli appartenenti alla Generazione X (1965-1980) – rispettivamente valgono il 6 e il 4% – a riprova che sono le fascia di età più bassa ad attribuire la maggiore importanza ai social. Comunque il 30% degli intervistati tra i Generazione X ha ammesso di pubblicare sul proprio profilo immagini con l’automobile posseduta o guidata in quel momento, mentre fra i Millennials questa quota sale al 70%.

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Più grandi, pesanti e larghe, così cambiano le auto degli italiani

Cinquant’anni fa bastavano 475 mila lire (poco più di 4.700 euro di oggi) per portarsi a casa una Fiat 500, l’auto più richiesta dell’epoca.

Più lunga, più larga, più attenta ai consumi ma anche più veloce: così è diventata l’auto degli italiani negli ultimi 50 anni. Lo rivela una ricerca di DriveK, il portale dell’azienda MotorK per la configurazione di veicoli nuovi, che ha confrontato le 20 auto più richieste dagli italiani nel 1968, anno delle contestazioni studentesche, con quelle più cercate nel web nel 2018. Dopo 50 anni emerge che l’auto più ricercata è diventata più lunga dell’11%, più larga del 18%, più pesante addirittura del 57% e più parca nei consumi (il calo medio è stato del 26%).

Italiani dunque più attenti al comfort, ma anche alle prestazioni (la velocità massima dell’auto media tra le più richieste è infatti aumentata quasi del 32%, passando dai 132 km/h del 1968 ai 174 km/h di oggi). In cinquant’anni poi l’offerta di auto è quintuplicata: nel ’68, infatti, erano disponibili 89 modelli contro i 501 attuali. E se l’auto più economica a listino era la Fiat 500 berlina che costava 475mila lire (equivalenti a 4.700 euro di oggi), quella più economica in vendita è la Dacia Sandero, il cui prezzo di listino parte da 7.450 euro, il 56% in più. Lo storico “Cinquino” era anche l’auto più richiesta nel ’68, oggi sul web lo è sempre una Dacia, la Duster.

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Tamponamento per una Apple Car

Primo incidente per una Apple Car, tamponata da una macchina Nissan.

E’ accaduto lo scorso 24 agosto, il veicolo Apple è stato tamponato da una Nissan Leaf che facendo retromarcia non si era accorta dell’automobile che viaggiava a bassa velocità. Entrambi i veicoli hanno subito danni, ma i conducenti sono rimasti illesi.

Primo incidente stradale per una Apple Car, auto com sistema di guida senza pilota prodotta dall’azienda di Cupertino.

Secondo quanto riportato dal portale The Verge che ha pubblicato un rapporto depositato presso il California Motor of Motor Vehicles (CDMV), un SUV Lexus RX450h a guida autonoma che trasportava equipaggiamenti speciali e sensori di Apple stava viaggiando a 20 km/h. sulla Lawrence Expressway South a Santa Clara, in California, quando è stato tamponato da una Nissan Leaf che stava effettuando una retromarcia.

L’incidente, avvenuto lo scorso 24 agosto 2018, ha causato non pochi danni alle carrozzerie delle due auto, ma fortunatamente l’autista a bordo della Nissan non ha riportato ferite gravi.

Secondo il rapporto, si è trattato di un incidente causato da un errore umano, l’autista della Nissan Leaf, e non dal software dell’Apple Car, anche se non vengono chiarite le esatte dinamiche che hanno portato al tamponamento tra le due vetture.

StudioInStrada cambia direzione e si rinnova

Nel corso di questi lunghi anni Studio InStrada è divenuto punto di riferimento nel web e realtà quotidiana per gli abitanti di Borghetto Santo Spirito che tutte le mattine passano davanti la nostra sede. Dopo l’estate abbiamo deciso per una ventata di aria fresca ed abbiamo completamente rinnovato e ristrutturato la nostra sede. Ecco di seguito alcune foto.

Studio InStrada è una delle prime realtà di consulenza in cui il cliente è tutelato a spese della compagnia di assicurazione, garantendo l’assoluta convenienza dei servizi di protezione e assistenza legale.

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Ritirare la patente a chi telefona al volante

Il ministro dei Trasporti vuole introdurre pene più severe per chi commette questa infrazione, considerata tra le principali cause di incidente.
Più severità

Anche sull’onda dell’emozione suscitata dai recenti incidenti stradali che hanno causato morti e feriti, il ministro dei Trasporti Danilo Toninelli ha annunciato che intende lanciare una campagna a tutto campo volta a far ridurre gli incidenti. Si tratterebbe di apportare delle modifiche al Codice della Strada, con un’azione di sensibilizzazione soprattutto rivolta ai più giovani, ma anche l’inasprimento delle sanzioni per chi al volante tiene comportamenti irregolari e pericolosi, come quello di usare lo smartphone. Tra le misure a cui il ministro sta pensando c’è l’aumento dell’importo delle sanzioni, ma non solo: la novità più clamorosa è la proposta di introdurre il ritiro immediato della patente per chi viene colto a usare il telefonino mentre sta guidando. Tutto ciò assieme all’intensificazione dei controlli su strada.

35 mila incidenti da telefonino

Quella del ministro Toninelli è un’iniziativa che vuole rispondere alla diffusa abitudine di fare uso del telefonino in auto. Ciò anche se è assodato che la distrazione è all’origine di tantissimi incidenti stradali. E che a fare distrarre chi è alla guida spessissimo è proprio l’uso del cellulare. Sul fenomeno l’ACI e l’Istat hanno fornito dati impressionanti: su 223 mila incidenti stradali verificatisi in Italia nel 2017, ben 35 mila sono stati causati appunto dalla distrazione dovuta all’uso del telefonino, vuoi per telefonare, vuoi per inviare messaggi o per “navigare” in internet. Per avere un’idea di che cosa ciò significhi, basti dire che percentualmente il fenomeno è più grave dell’uso di stupefacenti e di alcolici.

Statistiche concordi

Dati in linea con quelli di ACI e Istat sono stati diffusi anche dalla Ania, l’organizzazione che raggruppa le società di assicurazione. Secondo gli assicuratori infatti in Italia è del 20,1% la percentuale di sinistri riconducibili appunto alla distrazione “telefonica”. Altri dati in proposito sono stati elaborati dalla Fondazione Vinci Autoroutes: il 32% degli automobilisti italiani è abituata a leggere le email e gli sms anche quando è al volante. Un valore superiore di un terzo alla media europea (24%). Confronto perdente anche per quel che riguarda le telefonate: il 40% telefona senza usare il vivavoce (32% in Europa).